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AVVOCATO PENALISTA BOLOGNA SERGIO ARMAROLI
L’articolo 56 del Codice Penale italiano disciplina il tentativo di reato. Ecco il testo e una spiegazione dettagliata:
Articolo 56 Codice Penale – Tentativo
Comma 1:
“Chi compie atti idonei diretti in modo non equivoco a commettere un delitto, se l’azione non si compie o l’evento non si verifica, è punito con la pena stabilita per il delitto, diminuita da un terzo alla metà.”
Comma 2:
“Se il colpevole volontariamente desiste dall’azione, è punito soltanto per gli atti compiuti, se questi costituiscono di per sé un reato diverso.”
Comma 3:
“Se volontariamente impedisce l’evento, è punito con la pena stabilita per il delitto, diminuita dalla metà a due terzi.”
Spiegazione dell’articolo 56
- Definizione del tentativo:
Il tentativo si configura quando un soggetto pone in essere atti che sono:- Idonei: oggettivamente capaci di portare alla realizzazione del reato.
- Diretti in modo non equivoco: l’intento criminoso è chiaro e non lascia spazio ad altre interpretazioni.
Se, nonostante questi atti, l’azione non viene portata a termine o l’evento previsto non si verifica, si ha il reato tentato.
- Pena:
La pena per il reato tentato è ridotta di un terzo alla metà rispetto a quella prevista per il reato consumato. - Desistenza volontaria (Comma 2):
Se il soggetto interrompe volontariamente l’azione criminosa prima che questa produca l’evento, risponde solo degli atti già compiuti, se questi configurano un altro reato. - Ravvedimento operoso (Comma 3):
Se il soggetto compie atti per impedire volontariamente il verificarsi dell’evento, la pena è ulteriormente ridotta, dalla metà a due terzi.
Esempio pratico
Un individuo punta una pistola per uccidere una persona, ma sbaglia il colpo o l’arma si inceppa. Questo è un tentativo di omicidio, punibile ai sensi dell’articolo 56, con una pena inferiore rispetto all’omicidio consumato.
atti idonei nel tentativo penale
Nel contesto del tentativo penalmente rilevante disciplinato dall’articolo 56 del Codice Penale italiano, gli atti idonei sono un elemento essenziale per la configurazione del reato tentato.
Cosa si intende per atti idonei?
Gli atti idonei sono tutte quelle azioni che, valutate in base a una prospettiva oggettiva, sono concretamente capaci di realizzare il reato o di provocare l’evento dannoso voluto dal soggetto agente.
Caratteristiche degli atti idonei:
- Adeguatezza oggettiva:
Gli atti devono essere effettivamente idonei a portare a compimento il reato nelle circostanze concrete in cui sono posti in essere. - Connessione causale:
Gli atti devono essere collegati in maniera diretta e logica al risultato criminoso desiderato. - Valutazione ex ante:
L’idoneità viene valutata secondo una prospettiva ex ante (a monte, prima del verificarsi dell’evento) e non sulla base del risultato effettivamente conseguito. - Non inadeguatezza manifesta:
Se gli atti compiuti sono palesemente inefficaci o inidonei (ad esempio, tentare di uccidere una persona con un’arma giocattolo credendo che sia reale), non si configurerebbe il tentativo, ma potrebbe trattarsi di un reato impossibile ai sensi dell’articolo 49 del Codice Penale.
Esempi di atti idonei:
- Tentativo di rapina:
Un soggetto minaccia con una pistola una persona per sottrarle un bene, ma la vittima fugge e il reato non si compie. La minaccia con l’arma costituisce un atto idoneo alla commissione della rapina. - Tentativo di omicidio:
Sparare a una persona con l’intento di ucciderla, ma mancare il bersaglio. Lo sparo costituisce un atto idoneo. - Tentativo di furto:
Scassinare una porta con attrezzi da scasso per entrare in una casa, ma venire interrotti prima di rubare. Lo scassinamento è un atto idoneo a commettere il furto.
Atti non idonei:
Non costituiscono atti idonei (e quindi non configurano il tentativo) quelle azioni che, per loro natura o per le circostanze concrete, non potrebbero mai portare al compimento del reato. Ad esempio:
- Sparare con un’arma scarica, credendo che sia carica.
- Tentare di avvelenare una persona con una sostanza innocua, credendo che sia veleno.
Conclusione
Gli atti idonei sono azioni che, secondo un giudizio oggettivo e razionale, sono concretamente in grado di realizzare il reato o l’evento criminoso. Questo criterio serve a delimitare il campo del tentativo penalmente rilevante, escludendo i casi di manifesta inidoneità.
cassazione penale sul tentativo
La Cassazione Penale ha affrontato il tema del tentativo in numerose sentenze, chiarendo i concetti chiave e delineando i limiti e le applicazioni dell’articolo 56 del Codice Penale. Ecco alcuni punti fondamentali tratti dalla giurisprudenza:
Principi fondamentali della Cassazione sul tentativo
- Atti idonei e diretti in modo non equivoco
La Cassazione ha più volte ribadito che per configurare il tentativo è necessario che gli atti siano idonei a realizzare il reato e siano diretti in modo non equivoco al suo compimento.- Sentenza n. 27312/2016: La Corte ha chiarito che gli atti devono essere “univocamente diretti alla realizzazione del reato” e non devono lasciare spazio a interpretazioni alternative dell’intento del soggetto.
- Distinzione tra tentativo e atti preparatori
Secondo la giurisprudenza, non ogni azione preliminare costituisce un tentativo. È fondamentale distinguere tra atti preparatori (che non sono punibili) e atti esecutivi (che configurano il tentativo).- Sentenza n. 11508/2018: La Cassazione ha stabilito che il passaggio dall’atto preparatorio all’atto esecutivo è il momento in cui si verifica il tentativo punibile.
- Valutazione ex ante dell’idoneità degli atti
La valutazione degli atti idonei deve essere fatta ex ante, ossia al momento in cui l’azione è compiuta, senza considerare gli esiti successivi.- Sentenza n. 42220/2015: La Corte ha affermato che l’idoneità deve essere valutata “sulla base delle circostanze concrete percepibili al momento dell’azione”.
- Tentativo impossibile
La Cassazione ha chiarito quando un tentativo è impossibile e rientra nella previsione dell’articolo 49 del Codice Penale (reato impossibile).- Sentenza n. 45565/2013: Il tentativo impossibile si ha quando l’azione è inidonea in maniera assoluta a realizzare il reato (ad esempio, usare un’arma giocattolo pensando sia vera).
- Desistenza volontaria e ravvedimento operoso
La Corte ha affrontato anche il tema della desistenza volontaria e del ravvedimento operoso, distinguendo i casi in cui il soggetto interrompe volontariamente l’azione o impedisce l’evento.- Sentenza n. 11256/2019: La desistenza volontaria esclude la punibilità del tentativo, ma se gli atti compiuti costituiscono un reato diverso, il soggetto risponde per quel reato.
Casi pratici di tentativo nella giurisprudenza
- Tentativo di omicidio
- Pen., Sentenza n. 16919/2014: Puntare un’arma contro una persona e sparare, anche se si manca il bersaglio, configura tentativo di omicidio.
- Tentativo di furto
- Pen., Sentenza n. 43897/2015: Forzare una porta con attrezzi da scasso costituisce tentativo di furto, anche se il soggetto viene scoperto prima di entrare.
- Tentativo di rapina
- Pen., Sentenza n. 11860/2017: Minacciare una persona con un’arma per sottrarle beni configura tentativo di rapina, anche se l’azione non si completa per cause esterne.
Conclusione
La giurisprudenza della Cassazione sul tentativo ha delineato chiaramente i confini tra atti preparatori e atti esecutivi, l’idoneità degli atti e i casi di desistenza. Questo corpus di decisioni fornisce una guida essenziale per applicare correttamente l’articolo 56 del Codice Penale nella pratica giudiziaria.
come dimostrare il tentativo in sede penale
Dimostrare il tentativo di reato in sede penale richiede di provare che si siano verificati gli elementi costitutivi previsti dall’articolo 56 del Codice Penale. Il tentativo si configura quando sono stati compiuti atti idonei e diretti in modo non equivoco alla commissione di un delitto, ma l’azione non è stata portata a termine o l’evento non si è verificato.
Elementi da dimostrare per configurare il tentativo
- Idoneità degli atti
- Gli atti compiuti devono essere oggettivamente idonei a realizzare il reato.
- L’idoneità va valutata ex ante (al momento dell’azione), senza considerare l’esito finale.
- Prova: Per dimostrare l’idoneità, occorre ricostruire le circostanze concrete dell’azione attraverso testimonianze, perizie, immagini di videosorveglianza o documenti.
- Direzione non equivoca degli atti
- Gli atti devono mostrare in modo chiaro e inequivocabile l’intenzione di commettere il reato.
- Deve emergere una chiara connessione logica tra l’atto compiuto e il reato che si intendeva realizzare.
- Prova: La direzione non equivoca può essere provata tramite confessioni, intercettazioni, dichiarazioni di testimoni o comportamenti osservati direttamente.
- Elemento soggettivo (dolo)
- Deve essere provato che l’autore aveva la volontà di commettere il reato.
- Prova: Il dolo si dimostra tramite dichiarazioni dell’imputato, intercettazioni, messaggi scritti, o contesti in cui l’azione è avvenuta.
- Mancata consumazione del reato
- Il reato non è stato portato a termine per cause indipendenti dalla volontà del soggetto.
- Prova: È necessario dimostrare che l’evento non si è verificato non per una volontaria interruzione dell’azione da parte del soggetto, ma per fattori esterni.
Mezzi di prova utilizzati
- Testimonianze
- Le dichiarazioni di persone presenti durante l’azione sono fondamentali per ricostruire il contesto e l’intento del soggetto.
- Intercettazioni
- Telefoniche o ambientali possono rivelare l’intento criminoso e i preparativi.
- Documenti e reperti
- Lettere, messaggi, strumenti utilizzati (armi, attrezzi da scasso) possono confermare l’intento criminoso.
- Registrazioni video e foto
- Immagini di telecamere di sorveglianza possono documentare l’azione compiuta e l’inequivocabilità dell’intento.
- Confessioni e dichiarazioni dell’imputato
- Le ammissioni dell’imputato possono costituire una prova diretta.
- Perizie tecniche
- Esperti possono valutare l’idoneità degli atti compiuti in relazione alla commissione del reato.
Casi pratici di dimostrazione del tentativo
- Tentativo di omicidio
- Esempio: Una persona spara a un’altra ma manca il bersaglio. Le prove possono includere il ritrovamento dell’arma, testimonianze e perizie balistiche.
- Tentativo di furto
- Esempio: Una persona forza una serratura ma viene interrotta. Prove chiave possono essere il danneggiamento della serratura, strumenti di scasso trovati sul luogo e testimoni oculari.
- Tentativo di rapina
- Esempio: Una persona minaccia con un’arma per farsi consegnare dei soldi, ma la vittima riesce a fuggire. Le prove includono testimonianze, descrizioni dell’arma e riprese di videosorveglianza.
Difesa e contestazioni comuni
- Negare l’idoneità degli atti
- La difesa potrebbe sostenere che gli atti erano inidonei a realizzare il reato.
- Sostenere l’assenza di dolo
- Dimostrare che non vi era l’intenzione di commettere il reato.
- Invocare la desistenza volontaria
- Affermare che l’azione è stata interrotta volontariamente prima della consumazione del reato.
Conclusione
Per dimostrare il tentativo in sede penale è necessario un quadro probatorio solido che evidenzi l’idoneità degli atti, la direzione inequivocabile verso il reato e l’intento doloso dell’autore. La combinazione di prove materiali, testimonianze e perizie è spesso decisiva per confermare la sussistenza del tentativo.