ATTENTO !!  SUCCESSIONI EREDITA’ AVVOCATO BOLOGNA VICENZA BERGAMO BRESCIA TREVISO

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“Che vuol dire «grande avvocato»?
Vuol dire avvocato utile ai giudici per aiutarli a decidere secondo giustizia, utile al cliente per aiutarlo a far valere le proprie ragioni.
Utile è quell’avvocato che parla lo stretto necessario, che scrive chiaro e conciso, che non ingombra l’udienza con la sua invadente personalità, che non annoia i giudici con la sua prolissità e non li mette in sospetto con la sua sottigliezza: proprio il contrario, dunque, di quello che certo pubblico intende per «grande avvocato».”

Piero Calamandrei

Diritto di famiglia
Chiarite le regole generali, passiamo a vedere nel dettaglio come e quanto può variare la quota della legittima in base ai diversi casi specifici di concorso tra i legittimari. La Legge, infatti, stabilisce nei minimi dettagli quale sia la porzione spettante a ciascuno, tenendo conto, come dicevamo in precedenza, anche del numero degli altri eredi.

 

Mi occupo di successioni e verifica delle lesioni di legittima, accordi di divisione, testamento. Seguo da anni questioni successorie, con attenzione agli aspetti economici, senza tuttavia trascurare i risvolti umani delle vertenze. Affianco passo passo le persone nella gestione delle controversie, potendo contare sulla consolidata collaborazione con altri professionisti (notai, commercialisti, periti) al fine di fornire un servizio che riguardi ogni aspetto della successione. Circa i TESTAMENTO OLOGRAFI lo studio ha maturato una significativa esperienza in materia di analisi della scrittura, essendosi avvalso più volte della consulenza di periti  calligrafi, con i quali ha instaurato un fiduciario e duraturo rapporto di collaborazione.
L’avvocato Sergio Armaroli di Bologna inoltre, offre servizio di analisi delle singole situazioni personali al fine di programmare successioni personali e aziendali, mediante l’utilizzo degli istituti giuridici previsti dall’ordinamento (ad esempio, trust, patti di famiglia, testamenti, donazioni, ecc.).

 

 

Bologna Melano Vicenza Bergamo Brescia Treviso Padova  l’avvocato Sergio Armaroli in una  materia molto specifica e complessa, spesso misconosciuta dagli eredi ai quali è sempre consigliato rivolgersi ad un professionista esperto anche solo per richiedere un parere legale e conoscere come poter operare in maniera legittima e tutelare i propri diritti.

 

 

l’approccio che porto è volto sempre a cercare il miglio accordo con il cliente approfittando della sede di mediazione per cercare di evitare contenziosi oggi sempre più complicati anche dalla procedura e dagli esiti spesso indecifrabili.

 

Eredità e successioni

Mi sono occupato e mi occupo di successioni di ogni tipo risolvendo questioni inerenti sia patrimoni di piccole dimensioni che patrimoni di particolare rilevanza. Mi occupo di testamenti, contatti con Notai per la dichiarazione di successione, accordi stragiudiziali di divisione ereditaria, lesione di quota di legittima, impugnazioni di testamento, cause di divisione ereditaria, Durante la mia esperienza ho potuto constatare che questo tipo di argomento impatta notevolmente sulla sfera personale-familiare delle persone, creando conflitti molto spesso riferiti al passato degli eredi. Occorre quindi considerare gli aspetti psicologici

 

 

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Cass. civ. n. 21319/2010

In tema di scioglimento della comunione relativa ad un immobile comodamente divisibile, il giudice di merito gode di un’ampia discrezionalità nell’esercizio del potere di attribuzione delle porzioni ai condividenti, salvo l’obbligo di darne conto in motivazione; nell’esercizio di tale potere discrezionale, egli può considerare anche gli interessi individuali delle parti aventi ad oggetto beni estranei alla comunione – confrontandoli con gli altri interessi rilevanti nella specie – allo scopo di compiere la scelta più appropriata. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza di merito la quale, assegnando ad uno dei condividenti un lotto corrispondente al valore della quota, ai sensi dell’art. 727 c.c., aveva respinto la richiesta dello stesso di vedersi assegnata, invece, la porzione di terreno confinante con un altro immobile di sua proprietà esclusiva, sicché la sentenza aveva in tal modo determinato l’interclusione di quest’ultimo fabbricato).

 

Corte cost. n. 335/2009

Non è fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 537, comma terzo, c.c., impugnato, in riferimento agli artt. 3 e 30, comma terzo, Cost., in quanto attribuisce ai figli legittimi la facoltà di soddisfare in denaro o in beni immobili ereditari la porzione spettante ai figli naturali che non si oppongano, e al giudice il potere di decidere in caso di opposizione, valutate le circostanze personali e patrimoniali. La scelta del legislatore non contraddice l’aspirazione alla tendenziale parificazione della posizione dei figli naturali, giacché non irragionevolmente si pone ancor oggi (quale opzione costituzionalmente non obbligata né vietata) come termine di bilanciamento dei diritti del figlio naturale in rapporto con i figli membri della famiglia legittima. Infatti, l’art. 30, comma terzo, Cost., che impone al legislatore di assicurare ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima, pur esprimendo, dal lato dei rapporti tra genitori e figli, una regola di equiparazione dello status di figlio naturale allo status di figlio legittimo, dal lato dei rapporti tra il figlio naturale ed i membri della famiglia legittima, si pone come norma ispiratrice di una direttiva di sempre più adeguata tutela della condizione di diritto familiare della prole naturale. Nello specifico ambito dei rapporti tra figli naturali e figli legittimi il criterio di compatibilità rappresenta lo snodo del sistema costituzionale finalizzato alla composizione dei diritti coinvolti, che deve compiersi in un contesto (non già di discriminazione della posizione degli uni rispetto a quella degli altri, quanto piuttosto) di riconoscimento della diversità delle posizioni in esame. Quanto alla previsione della decisione giurisdizionale in caso di opposizione – considerato che l’espresso riferimento in Costituzione al criterio di compatibilità assume la funzione di autentica clausola generale, aperta al divenire della società e del costume – il legislatore ha coerentemente assegnato al giudice il ruolo di garante della parità di trattamento nella diversità, attraverso il continuo adeguamento dell’effettiva applicazione della norma ai principi costituzionali. Infatti, per colmare l’ampia latitudine del riferimento normativo alle circostanze personali e patrimoniali, il giudice, nella propria opzione ermeneutica, è tenuto a dare una valutazione costituzionalmente orientata, la quale appunto non può ignorare (ma deve necessariamente prendere in considerazione) l’evoluzione nel tempo della coscienza sociale e dei costumi. Pertanto, la naturale concretezza della soluzione giurisdizionale (che può ovviamente essere a favore del figlio naturale) permette di calibrare la singola decisione alle specifiche circostanze personali e patrimoniali, così da scongiurare eventuali esercizi arbitrari del diritto di commutazione o della facoltà di opposizione.

Cass. civ. n. 1091/2007

In tema di divisione ereditaria, il criterio dell’estrazione a sorte previsto dall’art. 729 cod. civ. nel caso di uguaglianza di quote a garanzia della trasparenza delle operazioni divisionali contro ogni possibile favoritismo – applicabile anche nell’ipotesi di divisione dei beni comuni, in virtù del rinvio recettizio di cui all’art. 1116 cod. civ.- non ha carattere assoluto, ma soltanto tendenziale, ed è pertanto derogabile in base a valutazioni prettamente discrezionali, che possono attenere non soltanto a ragioni oggettive legate alla condizione funzionale ed economica dei beni, quale risulterebbe dall’applicazione della regola del sorteggio, ma anche a fattori soggettivi di apprezzabile e comprovata opportunità, la cui valutazione è sindacabile in sede di legittimità soltanto sotto il profilo del vizio di motivazione.(Nella specie, è stata ritenuta legittima l’attribuzione dell’unità immobiliare a favore dei condividenti che vi avevano abitato per molti anni e avevano effettuato cospicui miglioramenti che – in quanto destinati a soddisfare le loro specifiche esigenze – sarebbero risultati inutili e privi di qualsiasi valore economico in caso di attribuzione agli altri condividenti). (Rigetta, App. Ancona, 17 Febbraio 2003).

Cass. civ. n. 9065/1999

Lo stato di figlio legittimo non è incompatibile con una indagine incidenter tantum, ai fini dell’esercizio dei diritti successori, di cui agli artt. 537, 580 e 594 c.c., su una diversa procreazione naturale (salvo che non si profili l’incesto) purché si versi in una situazione di impossibilità assoluta, cioé originaria, e non relativa, in quanto sopravvenuta, di proporre l’azione per la dichiarazione giudiziale di paternità. Non ricorre, pertanto, tale presupposto (la cui prova è a carico del richiedente) nel caso del figlio naturale che, divenuto maggiorenne, abbia omesso di esperire, nel termine di decadenza all’uopo fissato, l’azione di disconoscimento del padre legittimo, sempre che ciò configuri una volontaria scelta circa l’incontestabilità dello stato di figlio legittimo, compiuta nella consapevolezza della diversa filiazione naturale e nella ricorrenza delle condizioni previste per l’azione di disconoscimento del padre legittimo, nonché in assenza di cause di forza maggiore impeditive del tempestivo esercizio di detta azione.